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ARCELLA-UCSM

All’ombra de’pioppi e appresso l’urne è forse la sconfitta men amara e desolante?

Defezioni importanti per l’Union calata allo stadio Sepolcreto dell’Arcella priva degli squalificati Dal Casti, Visentin e Vettore e alle prese con i problemi fisici di Maran e Pasquale Dario.

Il riscaldamento pre-gara restituisce a Pinato l’esterno destro ed il Pichichi, il maresciallo sceglie il suo 4-4-2 dove luccicano i carati di nobiltà della coppia centrale Kaiser Peruzzo e Zar Brugnolaro, scalpitano i giovani ormoni dei due esterni bassi prodotti del vivaio, Bellato e Battilana, muscoli e tecnica nei quattro di centrocampo con Maran, Lovisetto, Pasquale Mauro e De Barros Gabriel, in avanti il Pichichi Pasquale e Lupin Campagnolo pronti ad iscrivere il proprio nome nel tabellino marcatori.

La partita si dimostra da subito agonisticamente intensa, la squadra dell’ex tecnico Piccolo mette sul piatto della bilancia le sue caratteristiche precipue, forza fisica, furore atletico e una buona dose di astuzia e malizia. Prima conclusione dell’Arcella al minuto cinque; tiro al volo di Moldovean abbondantemente a lato. Sette minuti dopo un’acrobatica rovesciata di Ferron finisce alta sopra la traversa di Stocco.

Le incursioni di Andreotti costringono De Barros ad un difficoltoso lavoro di copertura assolto dal brasiliano con applicazione e sacrificio: nella zona nevralgica del campo Sir Gianky e Mauro Pasquale contendono terreno e palloni a suon di sportellate.

L’Union si presenta davanti a Dal Corso solo al minuto venti ma l’azione è pregevolissima: combinazione centrale Lovisetto-Campagnolo, scarico di Lupin per l’accorrente Maran, conclusione a botta sicura e risposta da campione del numero uno locale. Alla mezz’ora l’esterno biancorosso regala un’altra parabola fatata questa volta da palla ferma, destro a giro sul palo lungo, sfera destinata sul sette ma Dal Corso si supera e respinge proprio sul destro di Brugnolaro che da ottima posizione non trova però il bersaglio grosso.

Il finale di tempo trascorre senza emozioni particolari, le due squadre, complice una direzione di gara molto anglosassone ed un terreno gibboso, si confrontano più sul piano muscolare che tecnico.

Dopo sei minuti della ripresa Maran si arrende debilitato dallo stato influenzale della vigilia; via libera al naso rosso del dinoccolato Malosso.

Al quarto d’ora l’episodio che sembra favorire la compagine di Campo San Martino: all’ennesima simulazione di Moldovean il direttore di gara risponde con il secondo giallo. L’Union affronta l’ultima mezz’ora di gara in superiorità numerica.Trecento secondi e i biancorossi passano a condurre; Pasquale Dario viene steso dal portiere sugli sviluppi di una mischia in area. Sul dischetto si presenta Lupin Campagnolo: destro di precisione dell’allampanata punta e vantaggio esterno.

La risposta dell’Arcella è molto fisica, la squadra in maglia nera sfrutta la propria naturale propensione all’agonismo. Per contro l’Union inizia a spegnersi: aumentano gli spazi tra i quattro della linea mediana e la barriera di difesa, il fisiologico calo atletico dei due centrali di centrocampo rende meno efficace il pressing alto; la squadra si abbassa e si allunga concedendo agli avversari vaste porzioni di campo. L’andamento del match si capovolge progressivamente.

Al minuto settantotto De Barros colpito duro lascia il posto a Rosso e si sistema sulla sinistra; entra anche Baesso che rileva Campagnolo.

Passano alcuni minuti e l’Arcella torna in partita, l’Union si fa trovare inspiegabilmente scoperta, Minelle trova campo libero a sinistra, progressione e scarico in area per il defilato Uzoije, movimento dall’esterna verso il centro che supera Bellato e immediato destro a vanificare il raddoppio di marcatura di Peruzzo con palla che si insacca a pochi centimetri dal palo di destra di Stocco.

Siamo all’ottantesimo, la compagine di Piccolo ci crede e prova ad accendere la freccia per il sorpasso; al minuto ottantanove San Stocco sfodera un eccezionale colpo di reni in arretramento sul lob da fuori area di Alimani, riuscendo ad alzare sopra la traversa. Missiva da brividi rimandata al mittente ma il gol è nell’aria: calcio d’angolo dalla destra del fronte offensivo, in mischia spunta la nuca dello stesso Alimani che spizza il pallone e lo depone in rete.

Non c’è più tempo e forza per raddrizzare l’incontro.

Riponiamo le pive nel sacco per la quarta volta.