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Si interrompe a Villafranca la serie positiva dell’Union che scivola sulla buccia Virtus dopo lo squillante avvio di campionato e fallisce la prima prova di maturità invocata da mister Pinato.
Interpreti di partenza del modulo 4-4-2 scelto da “Top Gun” sono Bellato e Battilana in qualità di esterni bassi, Peruzzo e Dal Casti( oggi capitano al posto dell’influenzato Visentin ) centrali, Maran e De Barros sulle fasce, esordio dal primo minuto per Lovisetto come filtro centrale con Tommasi pronto a trasformarsi in trequartista, Campagnolo e Pasquale di punta.
La giostra ospite si illumina appena il signor Spigariol dà inizio alla fiera di Eupalla: al primo minuto ingresso in area di Pasquale con cross basso che viene deviato in angolo da un difensore. Passano secondi sessanta e Campagnaro, liberato da un pregevole assolo dello stesso Pichichi, divora una colossale opportunità calciando alto dagli otto metri.
Alla prima occasione arriva però il vantaggio dei locali: difesa in linea colpevolmente in ritardo su un taglio di Loro, la punta gialloblu ha tutto il tempo di allargarsi, alzare la testa e superare l’incolpevole Stocco con un lob delizioso.
La reazione degli azzurrini di Campo San Martino è però rapidissima e determinata ; al minuto nove Peruzzo non trova la coordinazione vincente su calcio da fermo di Maran. Dal canto loro, i padroni di casa cercano di alleggerire la pressione con un gran tiro dalla distanza di Vezzaro che trova Stocco pronto alla risposta di pugno.
Equilibrio ristabilito al minuto quindici; ottima ripartenza gestita sull’out sinistro da Campagnolo che amministra palla e serve nel varco giusto DeBarros, il talentuoso carioca entra in area, mette a sedere con una finta Turato e depone in rete di giustezza.
La fase centrale del primo tempo è giocata a viso aperto dalle due squadre, l’undici di casa, tignoso e compatto, fa sentire muscoli e tacchetti ; il più tartassato risulta essere Tommasi ma il cartellino dorato del direttore di gara continua il suo letargo nel caldo taschino.
Al minuto trentanove Turato si fa trovare pronto su una girata di testa di Maran.
Tre minuti più tardi, il cartoncino giallo si desta dal torpore e stropiccia gli occhietti davanti ad un incredulo Tommasi; Pinato invoca educatamente una gestione delle ammonizioni più equa, il giovane fischietto di Castelfranco non apprezza e indica al tecnico la via degli spogliatoi.
Il nuovo vantaggio Virtus giunge come fulmine a ciel sereno all’ultimo minuto di gioco: calcio piazzato dalla destra del fronte d’attacco, la palla calciata dall’esterno produce sulla difesa ospite lo stesso effetto dello sguardo della Gorgona Medusa, pacchetto esterno pietrificato e Canella, novello Perseo, corregge in rete con un plastico tuffo di testa.
Il secondo parziale offre molti meno spunti d’interesse: fermo ai box Lovisetto per consunzione, Pinato si affida a Brugnolaro come centrale di centrocampo; pochi minuti e Tommasi, che non ha smaltito i postumi delle “attenzioni” del proprio marcatore, lascia il posto a Vettore.
L’Union appare da subito meno briosa: sfilacciata e troppo lunga fra i reparti non riesce ad appoggiare il gioco sugli avanti.
La Virtus molto prudente a centrocampo, predilige una linea di difesa bassa contando sulla fisicità del reparto in attesa di scatenare il contropiede sfruttando i varchi che gli azzurrini concedono.
Difficoltà a parte, il terzo gol arriva però nuovamente da palla inattiva ed è originato da una colossale disattenzione del pacchetto arretrato; minuto sessantuno, corner con palla spiovente in area, Facchin salta in mezzo a tre difensori e riesce, incredibilmente, a colpire mandando la palla a depositarsi in rete.
Squilla il cellulare di Bisinella ed arriva il momento di Marzaro che rileva Campagnolo. La replica dei ragazzi è dettata molto dal cuore ma non appaiono idee vincenti all’orizzonte; non brillantissimi nell’aprire il gioco i centrocampisti indugiano e rischiano di perdere palle sanguinose. E quando le perdono le ripartenze avversarie fanno male: al minuto settantuno la verticalizzazione di Rampazzo innesca Canella sul quale Vettore è costretto al fallo. La conseguente punizione dell’avanti gialloblu esalta le qualità di Stocco che si supera deviando con bravura in angolo.
Al minuto settantaquattro la Virtus cala il poker; l’Union molto allungata, il furetto Canella abile a giocare fra le linee detta il passaggio in profondità e si invola, miracolosa respinta di piede di Stocco sulla prima conclusione, la palla però si impenna e finisce sulla testa della punta che depone in rete con un facile tap-in fissando il risultato sul quattro ad uno finale.
Al termine della partita i padiglioni auricolari del vostro imbrattacarte captano giudizi poco indulgenti ed imprevidenti sulla partita: poco incline agli estremismi il Vostro novelliere quarantenne consiglia a tutti un maggiore equilibrio nei giudizi. Certamente Pinato e Bisinella dovranno analizzare le cause di una sconfitta di così larghe proporzioni e trovare rapidamente le giuste contromisure per ritornare in carreggiata. Giova comunque ricordare a coloro che più o meno consapevolmente enfatizzano la prima sconfitta in campionato, che episodi belli e brutti si succedono durante un torneo lungo e complicato come quello intrapreso.
Concetto identico ma enunciato con ben più fiorito eloquio dallo stesso Magister at Praeses il latinista Maretti che liquida i censori di giornata con una celeberrima quanto elegante locuzione dell’epicureo Quintus Horatius Flaccus ( casuale l’omonimia?….) “Aequam memento rebus in arduis servare mentem, non secus in bonis”.

Enrico Zevrain